19 ago 2014



Il pre-giudizio

 pregiudizio [pre-giu-dì-zio] s.m. (pl.-ZI) 1 Giudizio basato su opinioni precostituite e su stati d'animo irrazionali, anziché sull'esperienza e sulla conoscenza diretta  SIN  preconcetto, prevenzione p. morali, religiosi; avere, nutrire dei p. nei confronti di qlcu., su qlco.     Credenza errata, superstizione: p. popolari    estens. Danno, detrimento: recare p. a qlcu.  
 L’uomo è “costretto” dalla propria condizione di presunta “superiorità” di giudizio, a vivere nel pre-giudizio  
I credenti vivono nel pre-giudizio fondato su una legge che ritengono vera e infallibile ( e non mi riferisco alle dichiarazioni in se ma al concetto di “principio” che vi sta alla base), senza averla naturalmente ne sperimentata ne verificata in alcun modo: come puoi sperimentare, per esempio, la “legge” della resurrezione dei morti o, dalla parte opposta, quella del concetto che le parole di Cristo siano le parole di Dio?
Questi sono principi ritenuti validi come tali in funzione di argomentazioni di fede, a volte di argomentazioni teologiche, e in altre in forma flosofiche e argomentative; e tanto gli basta. Si limitano a sostenere e difendere quella che ritengono una legge vera e in funzione di questa si bloccano evitando anche dialetticamente di metterla in discussione. Tutto questo si chiama Fede, e in nome di questa impediscono, a volte per secoli e secoli, possibili mutamenti verso nuovi orizzonti, verso nuove e forse altrettanto provvisorie “ leggi “. 
  Lo stesso discorso vale per la scienza, la quale tende, nella maggioranza di se stessa e, per fortuna, non tutta naturalmente, a operare per mezzo di leggi conosciute e ritenute, per vari motivi, valide e meritevoli di essere difese al pari di principi inviolabili. Per esempio prendiamo l‘idea di validità “assoluta” ( ad ogni livello) del noto secondo principio di termodinamica ( Clausius e Kelvin-Planck ). Le scoperte degli ultimi anni ne stanno dimostrando la relatività, mostrando che a livelli nanometrici questo non è più vero ( leggere per credere: http://www.icfo.eu/newsroom/news2.php?id_news=2271&subsection=home ). L’ortodossia dei più è, pero, ferrea nella difesa di quel principio di fede, e nonostante l’ormai chiara evidenza di fallacità continuano a mantenere inusitatamente la loro posizione causando enormi pericolosi ritardi e seri danni all’intera umanità (trattandosi infatti di un aspetto che coinvolge la produzione di energia – pane della nostra epoca – il suo abbandono in favore di una ricerca più strutturata e meglio finanziata sarebbe il minimo che ci possiamo augurare ). 
Invece si continua ad operare con il metodo del pre-giudizio, che in questo caso opera a livello di una legge valida solo a metà ma che essendo una decisione a priori, quindi un pre-giudizio rispetto alle possibilità attuali, blocca per lungo, troppo tempo la possibilità di sviluppo, di cambiamento. 
Naturalmente anche le nuove scoperte sono sicuramente provvisorie, dirà qualcuno, e cambiare una legge o anche un principio per altri altrettanto provvisori tanto vale tenersi quelli che abbiamo!  No, perché l’uomo è un animale in divenire, il quale oltre al naturale movimento fisiologico/evolutivo che non dipende da se stesso, almeno coscientemente, anche al di la del costante e necessario "movimento" psicologico, è anche un animale che ha necessità di organizzarsi un mondo che sia sempre diverso, che sia fondato e regolato sempre su nuove leggi e nuovi percorsi evolutivi ed esperienziali  che possono essere, quando possibile, anche migliorativi del livello di vita. Ogni forma di conservatorismo, per quanto parziale o/e interessato sia è quindi da combattere e da debellare perché pone solo inutili freni ad un processo naturale di spostamento verso il nuovo.

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