Ecco i bamboccioni della camorra
 “Uè, uè, fermatevi. Non 
scassate ‘o muro. O piccirill sta qua. Nun ‘o facit male. E’ nù buon 
guaglione. Marià…a’ mammà…nun t’ piglia paura”. Dalla vestaglia che 
ricopre il pigiamone, la donna preleva un telecomando, pigia il tastino 
magico, un’intera parete della cucina di una casa popolare al secondo 
piano del lotto TA di via Ghisleri a Scampia, Napoli, Italia, Europa, anno 2012, per incanto scompare.
Apriti sesamo: ecco signori e signori Mariano Abete, 21 anni, giovane criminale, enfant prodige della camorra,
 figlio d’arte, promosso capo cosca da un giorno all’altro e ritenuto 
uno dei protagonisti della nuova faida esplosa nella periferia nord di 
Napoli che ha lasciato sul selciato anche morte innocenti come Lino Romano, un 30enne “colpevole” solo di somigliare ad uno spacciatore
 e ucciso senza pietà con 14 proiettili. Il voltastomaco è inevitabile. 
La rabbia è incontrollata. Il disgusto è imprescindibile.
Dal
 covo strettissimo, claustrofobico, praticamente un buco arredato con 
piccolo materasso e una bombola di ossigeno esce il “bamboccione della 
camorra”. Eccolo il latitante, l’erede del clan, il principe del malaffare, lo sterminatore dei rivali: Mariano Abete, 21 anni inguagliati,
 volto pallido, occhi atterriti, sguardo corrucciato, espressione 
imbronciata, mascella serrata, non fiata quando i carabinieri gli 
stringono le manette ai polsi. La mamma e la fidanzata piangono. 
Sussurrano parole d’affetto: “Core ‘e mamma tua, sei la mia carne”, 
“Tesoro, ti amo ancora di più”. Sembra di sentire la colonna sonora del 
neomelodico Enzo Di Domenico nel suo pezzo clou “‘A voce d’ ‘o carcerato”. Il baby-boss
 con tuta da ginnastica e bomberino blu ad un militare prima di 
accomodarsi in auto sussurra : “La vostra è una cattiveria nei confronti
 miei, di mio padre e mio nonno. Non è giusto”. 
Qui
 l’unica cosa che non è giusta che questi esuberi umani debbano vivere 
in una città civile: tanto per essere chiari e diretti. Il “bamboccione 
della camorra” è figlio d’arte. Suo padre Arcangelo, è 
uno dei boss che guidò nel 2004 la rivolta contro il padrino Paolo Di 
Lauro, Ciruzzo ‘o milionario. Abete Jr, il baby-boss costruisce la sua 
ascesa al clan degli scissionisti l’anno scorso in 
coincidenza con il nuovo arresto del papà. Lui, il “bamboccione della 
camorra” è un capo improvvisato ha dovuto bruciare le tappe 
dell’apprendistato criminale. Fino a qualche mese senza neppure esserne 
particolarmente abile gestiva una piazza di spaccio di marijuana a 
Scampia a poca distanza dalla casa di mammà. La svolta nel corso di un 
colloquio in carcere : “ Papà siamo soli, i nemici ci hanno stretti”. Di
 rimando il papà gli raccomanda: “Mettiti sopra a casa. Devi restare con
 tua madre”.
Una
 famiglia povera e disagiata quella degli Abete. Nessuno lavora. Nessuno
 ha un reddito. Niente. Però la casa popolare è “finemente” arredata 
nello stile kitsch dei camorristi. Nell’appartamento ci sono televisori a
 led di ultima tecnologia perfino un mega schermo non manca in bagno. 
Chissà se pagano il canone Rai, certamente si. Se poi durante una 
perquisizione nel muro vengono fuori contanti per 96 mila euro
 e altri 16 mila nel covo del “bamboccione della camorra”, inutile 
pensare male sono combinazioni, sono fortune, sono ricchezze 
inconsapevoli.
Finalmente l’elenco delle nuove primule rosse della camorra comincia a restringersi: lo scorso 15 novembre è toccato ad un altro bamboccione della camorra finire in cella : Rosario Guarino,
 29 anni, in arte “Joe Banana”. Sono ancora uccel di bosco Marco Di 
Lauro, 32 anni, Mario Riccio, 21 anni, Antonio Mennetta, 27 anni.
E’ mai possibile lasciare Napoli
 in mano a queste merde? E’ mai possibile che una città con una storia 
millenaria, arte, cultura, inventiva dev’essere ancora 
anacronisticamente schiava dei clan? E’ mai possibile non ribellarsi 
mai? E’ mai possibile tollerare questo cancro sociale e giustificarlo 
sempre e comunque? L’unica risposta possibile è : Napoli è di tutti, 
bisogna difenderla con concrete pratiche di legalità.
fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/27/ecco-bamboccioni-della-camorra/428390/
fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/11/27/ecco-bamboccioni-della-camorra/428390/
 
 
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