17 set 2014

COSA FAREBBE IL M5S IN MILLE GIORNI. L'INTERVENTO MAGISTRALE DI VITO PETROCELLI DEL M5S.....


Signor Presidente,
lei oggi ha rivendicato orgogliosamente che l'Italia non è un Paese come tutti gli altri, è un paese 'speciale'. Noi invece, e gli italiani tutti, vorremmo - molto semplicemente - un Paese normale.
In un paese normale, caro Presidente del Consiglio, lei non verrebbe qui a difendere l'amministratore delegato dell'Eni, che è sotto indagine per corruzione internazionale. In un paese normale De Scalzi si sarebbe dimesso. E il governo avrebbe fatto applicare al Cda dell'Eni il codice di onorabilità e delle cause di ineleggibilità e decadenza dei componenti, come il Senato aveva chiesto a Aprile scorso con una risoluzione. Lei invece ci dice che chi vuole mandare a casa Descalzi è contro i lavoratori dell'Eni e le loro famiglie. Che schifo! Ma noi, Presidente Renzi, non siamo contro i lavoratori dell'Eni e le loro famiglie. Noi siamo contro i vertici corrotti che governano questa e altre aziende.
Un Paese normale avrebbe risolto definitivamente il gigantesco conflitto di interessi che ci portiamo dietro da una vita.

Non avremmo partiti proprietari di banche, di compagnie assicurative e della grande distribuzione; non avremmo pochi grandi imprenditori che si nascondono dietro i giornali e le tv e nemmeno giornali e tv che fanno da cassa di risonanza dei partiti e del Governo.
Non avremmo poche grandi famiglie, sempre le stesse, che hanno nelle loro mani grandi gruppi economici e grandi banche; non avremmo le caste dei notai o dei farmacisti; quella degli architetti e degli ingegneri - sempre gli stessi a vincere gli appalti.
Non ci sarebbero migliaia di negozi, sigle commerciali, punti di ristoro, proprietari agricoli, migliaia di piccole e medie imprese strozzati da un sistema bancario che non presta più soldi, perché alle banche conviene molto di più la speculazione finanziaria.
In un Paese normale, si affronterebbe la piaga del precariato. Lei invece ci viene a dire che il Paese è diviso tra tutelati e non tutelati e li ha chiamati cittadini e lavoratori di Serie A e di serie B. E' arrivato il momento di dire addio a queste differenze, ma non come lei lo ha proposto. Lo dica chiaramente che vuole uniformare al ribasso il mercato del lavoro diminuendo le tutele per tutti. Ha detto che per il lavoro il modello è la Germania, ma non dice che da questo modello saranno esclusi tutti gli ammortizzatori e le tutele di cui godono i lavoratori tedeschi. Quindi lei immagina non lavoratori di seria A e di serie B da pareggiare al rialzo, ma tutti lavoratori di serie C!
Vogliamo allora rilanciare il nostro Piano dei mille giorni, con cui disegniamo un'Italia dal volto normale, quell'Italia normale che tutti ci chiedono, ma che nel discorso del Presidente del consiglio non siamo riusciti a scorgere.
In mille giorni introduciamo in Italia il Reddito di cittadinanza. Non è utopia, per noi è l'unico modo serio per ridare una speranza a tutti coloro che oggi sono esclusi dal mercato del lavoro e non riescono ad arrivare a fine mese. E' la strada per ridare loro la dignità che gli è stata tolta; si tratta di garantire un sostegno a chi è ai margini della società, a chi è costretto a lasciare il nostro paese, a chi non trova una soluzione e non ha ascolto. Ai nostri tentativi di introdurre il reddito di cittadinanza nei tanti disegni di legge che passavano in quest'Aula, il governo ha sempre detto no. È bene che i cittadini questo lo sappiano.
In mille giorni variamo misure immediate per il rilancio delle piccole e medie impresa, che vanno dall'abolizione dell'Irap allo stop all'aumento dell'IVA. Non sono cose che diciamo oggi, le abbiamo più volte proposte qui dentro, ma la maggioranza, e non solo, si è sempre detta contraria.
Nel frattempo, ci siamo mossi autonomamente devolvendo al Fondo di garanzia per la piccola e media impresa oltre 6 milioni di euro presi dai nostri stipendi. Non ci risulta che i parlamentari del partito del premier abbiano fatto lo stesso.

In mille giorni diamo a questo Paese una serie legge anticorruzione e reintroduciamo il reato di falso in bilancio: in questo modo ristabiliamo le regole e aiutiamo anche l'economia e il lavoro. La corruzione, in questo Paese, mangia 10 miliardi di euro di PIL l'anno, cento miliardi di euro negli ultimi 10 anni.
Questo Renzi lo sa benissimo, ma fedele al Patto del Nazareno con Berlusconi non ha voluto trovare un'intesa in Parlamento e ad oggi tutto è fermo.

In mille giorni le province le aboliamo davvero e non per finta come ha fatto questo governo. Con il DDL DELRIO Renzi ha abolite solo le elezioni delle province, ma i costi e le spese sono aumentate, i rimborsi sono rimasti. Questo si chiama prendere in giro gli italiani.

In mille giorni aboliamo Equitalia, il braccio armato dell'Agenzia delle Entrate che non persegue "gli evasori" - cosa che sarebbe buona e giusta - ma opprime piccoli e piccolissimi chiudendo un occhio sui ricchi e potenti.
In mille giorni facciamo una legge sul conflitto d'interesse che restituisce trasparenza alle istituzioni e le rende degne di un Paese moderno. Renzi aveva promesso di farlo entro 100 giorni, noi sappiamo che non lo farà nemmeno in mille giorni. Il nostro disegno di legge è stato già presentato in Parlamento, chi vuole davvero cambiare l'Italia si faccia avanti, non abbia paura, stia con noi in questa che è una battaglia di civiltà.
In mille giorni possiamo provare ad avere un'Italia diversa, un'Italia migliore.

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