5 mag 2015

ECCO CHI HA DECISO LA FAME NEL MONDO: CONTROLLA IL NOSTRO CIBO E CI TRATTA COME POLLI D’ALLEVAMENTO

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Articolo estratto dal libro “Liberi dal Sistema – La Guida per Cambiare il Mondo Partendo da Sè” di Enrico Caldari.

Che ci crediate o meno, il cibo è uno degli strumenti di controllo più potenti del Sistema, a livello economico e politico. C’è quindi qualcuno che ha interesse a decidere «se», «come» e «quanto» cibo farci arrivare.
È attraverso la scarsità di una risorsa che è possibile controllare chi quella risorsa fa fatica a procurarsela. E così il nostro sistema si basa sulla scarsità. Scarsità di denaro, scarsità di cibo. Il controllo della società attraverso la scarsità è un modello socio-economico-politico teorizzato da Henry Kissinger, ex consigliere del Consiglio di Sicurezza degli Stati Uniti (carica che ha ricoperto dal 1969 al 1977) e premio Nobel per la Pace nel 1973 (e bisognerebbe aprire una parentesi sui legami tra le commissioni per i premi Nobel e il Sistema stesso, dato che oltre a Kissinger, anche Obama pare ne abbia vinto uno sempre per la pace…).
Una delle frasi più celebri di Kissinger è: «Control oil, and you control nations».
Controlla il petrolio e controllerai le nazioni.
Vi dice nulla questa frase, alla luce della politica estera adottata dagli Stati Uniti?
Ma c’è una frase meno celebre, ma ancora più scioccante dello stesso Kissinger, che dice: «Control food, and you control the people».
Controlla il cibo, e controllerai le persone.
E come si può controllare il cibo? La risposta è duplice: controllando la terra e controllando i semi. Vediamo come.
Land Grabbing è il titolo di un libro scritto dal giornalista d’inchiesta Stefano Liberti che espone uno dei fenomeni più recenti della nostra economia: l’accaparramento di terre. Cosa significa accaparrarsi le terre? Vuol dire impossessarsi fisicamente di un’estensione più o meno grande di terreno, al fine di sfruttarlo per la coltivazione. Questo mercato ha cominciato a svilupparsi e crescere in modo impressionante negli ultimi anni, proprio quando il mercato finanziario stava subendo un momento di crisi e aveva bisogno di nuovi business. Il «landgrabbing» sta coinvolgendo molti investitori privati (le banche in primis!) ma anche istituzionali, tra cui addirittura alcuni Stati che hanno insufficienti terre coltivabili all’interno dei propri confini nazionali per garantire approvvigionamento alimentare a tutta la propria popolazione.
Quali terre sono soggette all’accaparramento? Di certo non quelle europee né quelle degli altri paesi già industrializzati. Le terre oggetto di questo fenomeno sono quelle dei paesi del Terzo Mondo, come quelli africani. Lì è pieno di campi da coltivare, magari attualmente occupati da qualche tribù di contadini che non hanno nemmeno un atto di proprietà per rivendicarne il possesso o il diritto a occuparli. E allora per il rappresentante istituzionale di uno stato occidentale che si presenta in giacca e cravatta diventa facile stringere un accordo commerciale con i politici dello stato africano in questione: con cifre irrisorie e in poco tempo ci si accaparra letteralmente l’esclusiva di sfruttamento di un terreno per la durata di decenni.
Volete qualche esempio?
Guardiamo il caso della Daewoo. La Daewoo è una multinazionale coreana impegnata in attività di diverso genere, tra le quali, ad esempio, la produzione di automobili e di navi e la realizzazione di prodotti elettronici e di precisione per l’industria. Nel 2008 l’azienda coreana firmò un accordo con il governo del Madagascar secondo il quale la stessa Daewoo avrebbe acquisito l’esclusiva di sfruttamento di 1,3 milioni di ettari di terra presenti nell’isola africana per i successivi 99 anni. Considerando che in Madagascar il totale delle terre coltivabili ammonta a 2,5 milioni di ettari, significa che la Daewoo si era aggiudicata la gestione di più della metà della terra coltivabile sull’isola!

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