21 ott 2014

La Tua Mente Non è un Computer

di J. Rappoport
Traduzione di Anticorpi.info
Ricercatori, esperti e accademici sono continuamente alla ricerca di metafore per descrivere la mente. Per almeno 50 anni la loro analogia preferita è stata quella del computer. "Beh, la mente adopera la logica come i computer. Memorizza dati. Adotta strategie per risolvere i problemi."
Tutto qui? La mente sarebbe solo una macchina risolvi-problemi? Certo che no. E la metafora si sgretola.
A proposito, una metafora è una formula retorica con cui si descrive una cosa parlando di un'altra cosa. Non è letterale. La gente impara questa roba a scuola.

Due giorni fa ho scritto e pubblicato un pezzo intitolato: "150 milioni di americani sono andati in Messico, sono tornati indietro e sono diventati milionari all'istante." C'è stato qualcuno convinto che quel pezzo riportasse un dato di fatto, o fornisse informazioni inesatte. Ma in realtà era satira. E' quando si prende una metafora e la si amplia oltre il punto di rottura. Stavo commentando l'attuale politica sulla immigrazione / welfare.
Le metafore non sono fatti. La metafora della "mente uguale al computer" non è un fatto, non importa quanto i tecnocrati vorrebbero che lo fosse. Dietro queste sciocche presunzioni della tecnocrazia si celano persone che vorrebbero trattare la mente umana alla stregua di un computer per una ragione molto semplice: controllarla. Se si considera la mente come una macchina di input-output, è più facile ideare tattiche per la sua modificazione, il suo controllo, ed il suo indebolimento.
E' il campo in cui operò Pavlov (v. correlati). Applicare uno stimolo per ottenere una risposta prevedibile e invariabile. Fu il suo Santo Graal. Ed oggi sono in corso progetti per la costruzione di un modello di simulazione informatica del cervello umano. Questo ci porta un passo più lontano dalla verità, dal momento che il cervello non è la mente.
La mente (coscienza) non è un oggetto. Non è un contenitore. Non è una macchina. Non è una cosa.
L'infame programma di controllo mentale mkultra della CIA (v. correlati) è stato frainteso. I suoi esperimenti originali avevano molto di più a che fare con il controllo del comportamento tramite coercizione, che con la 'programmazione mentale.' Alte dosi di LSD, induzioni al panico, minacce, intimidazioni, ipnosi applicata in un clima di paura. Ovvio che finisca per funzionare su molte persone, tuttavia non è affatto quella cosa sofisticata o misteriosa che molti pensano sia. E' tortura. Chiunque finisce per obbedire agli ordini se lo si picchia abbastanza a lungo.
E quando si tratta di stimoli elettromagnetici o della creazione delle "voci nella testa", gli elementi di paura e disorientamento svolgono un ruolo centrale.
D'altra parte basta sottoporre ad un ipnotizzatore 30 persone per un esperimento in un ambiente amichevole. Un certo numero di persone molto suggestionabili reagirà positivamente. Altri si limiteranno ad ascoltare, rifiutandosi di collaborare.
L'elettroshock psichiatrico, banale forma di tortura, "funziona" su alcune persone perché il trauma subito è talmente pesante da indurle ad adottare un atteggiamento più malleabile (sottomesso). Comprendono i termini primitivi del setup: obbedire o provare più dolore.
Il riflesso condizionato può essere indotto attaccando un angolo della coscienza. Mediante le minacce, il dolore, le pratiche disorientanti (luci lampeggianti, tavoli di filatura, ecc) i fascisti dell'mkultra manipolano le persone facendole cadere in stati di coscienza in cui la loro "programmazione" sia in grado di attecchire. Il che non è un'impresa difficile. Ti basta avere un picchiatore per farlo.
Cosa succede durante un rapimento? I criminali esercitano un "controllo mentale", intimando alla famiglia che  se il riscatto non sarà pagato, il loro amato morirà. Intere popolazioni possono essere "controllate mentalmente" da eserciti nazionali sotto il dominio di un dittatore.
Tutto ciò dovrebbe significare che la mente è un computer?
La mente è una facoltà potenzialmente illimitata. Non ha confini, se non quelli che le persone stesse edificano, auto-confinandosi all'interno.
E' il momento di capirlo, una volta per tutte.
Una certa quantità di propaganda usa definire tutto ciò "spingersi troppo lontano." "La mente umana avrebbe potenzialità infinite? Oh, se si accetta questo, allora stai alludendo a trascendere la natura umana."
Balle. Gli esseri umani cessano di essere tali quando hanno costruito così tante barriere autolimitanti da finire a vivere come cupe macchine. Prendete atto di come funzionino i grandi apparati burocratici. Ogni lavoratore nel suo bugigattolo, intento a sgranocchiare come un piccolo parassita.
Volete una vera lezione? Guardate per un paio di mesi una soap opera. I personaggi vivono tutti in una sorta di insieme indissolubile. Ogni volta che un personaggio si trova sul punto di prendere una decisione che potrebbe plausibilmente offendere gli altri, tutti gli altri gli si rivoltano contro.
Vivono per immischiarsi. Si tratta di collettivismo. E' la reciproca limitazione elevata a sistema. "Hai accettato di essere limitato, come tutti noialtri. E dato che hai fatto qualcosa non conforme a tali limitazioni, dovrai essere punito dal collettivo, e dovrai sentirti in colpa." Nel caso non l'aveste notato, molte famiglie funzionano in questo modo. 
Cosa vuol dire? Che quando la mente (coscienza) sta per aprirsi a nuove prospettive, è fondamentale che il suo proprietario sia un individualista indipendente. Questo è il primo requisito, in assenza del quale, non accade nulla.

Ancora una volta, abbiamo la propaganda finalizzata a contrastare tale assioma. "Oh, se si tenta di elevare le persone al livello di individui indipendenti, non esisterà più alcun movimento sociale o politico per liberare gli oppressi. Il mondo diventerebbe un posto cinico ed egoistico."
Altre balle. In primo luogo, l'obiettivo dei movimenti sociali e politici è di garantire la libertà ad ogni individuo, non di "formare un gruppo migliore". In secondo luogo è evidente che ogni movimento o gruppo politico di valore debba comprendere al proprio interno almeno alcuni individui indipendenti, se non vuole andare in malora. Centomila robot incapaci di assumere una decisione non vanno da nessuna parte.
La mente non è un oggetto. E' potenziale creativo. Questo è ciò che è. La sua capacità di risolvere i problemi è solo una delle facoltà appartenenti a tale potenziale. Un potenziale che non si attiva fino a quando qualcosa (il Se, lo Spirito al centro di tutto) non lo consente, infondendo energia, visione e desiderio. Combinate tale potenziale creativo alla spinta verso l'alto e alla memoria (la quale non risiede nel cervello), ed otterrete qualcosa. Otterrete il potere, la gioia e la capacità di tramandare l'amore.
Ciò di cui sto parlando non è qualcosa di materiale. Non esiste sotto forma di atomi, onde o quark. Non è soggetto ad alcuna legge fisica di provincia. E di certo non ha nulla a che fare con i computer. La mente come computer è una fantasia sfornata da persone che stanno ancora chiedendosi che fine abbia fatto il loro potenziale creativo. Dietro tale sciocca metafora si cela il vicolo cieco della filosofia materialistica: qualsiasi cosa esista non è che un effetto scaturito da una qualche causa fisica. Che insopportabile non-sense.
La filosofia materialistica implica che la libertà non esista. Che non esista una cosa come il libero arbitrio.  Implica che niente in realtà sia davvero vivo. Implica inoltre che qualsiasi sperimentazione sia effettuata sugli esseri umani, non importa quanto odiosa essa sia, possa considerarsi ammissibile, dato che tu e io non siamo che insiemi di particelle che quell'esperimento si limiterà a riorganizzare.
Ecco l'ideologia alla base del totalitarismo. La visione di una società inanimata, robotizzata.
Seguo le argomentazioni di queste persone da molto tempo, da quando ho lasciato i miei studi di storia della filosofia occidentale, nel 1958. Ciò che vedevo allora, e che vedo ancora oggi, è il goffo tentativo di oscurare i difetti fatali insiti nel materialismo.
A partire dalla fine del 19° secolo i materialisti affermarono che il metodo scientifico potesse applicarsi al mondo, alla civiltà e all'essere umano. E che - tramite il loro "progetto di comprensione" avrebbero infine provato che: senza eccezioni, tutta la vita ad ogni livello sia fatta di materia. Il Mumbo-Jumbo della filosofia orientale importato in America nel 1960, in forma volutamente distorta e ridotta, non ha rallentato in alcun modo il materialismo. Si sono dati a lavorare sul cervello, e sono solo all'inizio.
Il loro obiettivo è il controllo. Amano questa idea. Vogliono accedere al cervello così che possa essere controllato dalle loro strutture elitarie, e vogliono usare "la mente come un computer." Non fanno altro che promuovere questa menzogna. Si servono del collettivismo come giustificazione sociale della loro "ricerca".
A questo alludono quando dicono che "siamo tutti sulla stessa barca." Affermazioni che celano una ambizione di creare una rete di cervelli interconnessi come computer. Così, quando il potenziale individuale umano si manifesta, cercano di screditarlo accusandolo di essere una sorta di minaccia per la collettività. Predicano una paralizzante "eguaglianza", come soluzione finale. E lo sarebbe. Per loro.
Ecco un'altra metafora: "C'è una stanza molto grande, piena zeppa di oggetti. Questi oggetti sono ammucchiati sul pavimento, sugli scaffali, appesi alle pareti e al soffitto. Interagiscono tra loro in modi meravigliosi ma incomprensibili. Si tratta di un mistero affascinante di cui stiamo appena iniziando a capire i processi, giacché non abbiamo ancora catalogato tutte le cose presenti nella stanza. Ma stiamo facendo progressi. Presto avremo novità sugli algoritmi di base del suo funzionamento. E poi faremo miracoli ... "
È così che neuro-scienziati, psichiatri e tecnocrati immaginano la mente. Questa è la loro immagine. Qualcosa di limitato e circoscritto come una mappa dell'Europa disegnata da un microbo che vive cento miglia sotto la crosta di Giove.
Quando subiscono una battuta d'arresto e non riescono a sostenere le loro bugie sui progressi raggiunti nel campo, ricorrono al solito: "Tutto è collegato a tutto, solo che ancora non sappiamo in che modo."
No, Virginia; non è vero che tutto è collegato a tutto. La cosa principale che non è collegata è l'illimitato potenziale creativo del singolo individuo. Nulla che sia collegato a tutto può essere libero. La libertà è potere di scelta. Non rientra nella casualità. Dipende dalla volontà del singolo.
Concetto che sconvolge le motivazioni di fisici e ricercatori, i quali vorrebbero impacchettare tutta la realtà nella loro rete materialistica. Ma non funziona.
Se avessero avuto ragione, se la vostra mente non fosse stata altro che cervello, cioè atomi in movimento, atomi come tutti gli altri atomi che galleggiano nell'universo, non sareste stati in grado di leggere questo articolo, di comprenderne il significato. Gli atomi non possiedono la comprensione. In realtà, se avessero avuto ragione, non sarebbe esistito un me o un voi.

Ma voi ci siete. Io ci sono. Siamo qui. Non siamo solo atomi. Non siamo fatti solo di materia. Questo è quello che accade quando crollano le bugie del materialismo.
Il pericolo per lo status quo è che i singoli esseri umani scoprano di essere ciò che sono in realtà. Ma se ci si convince di essere un mucchio di atomi per troppo tempo, questa trasformazione diventa faticosa.
"Il calderone dell'anima si alimenta con qualsiasi cosa, qualsiasi cosa può diventare anima, e comprendendo in se tutti gli eventi, lo spazio psichico si evolve."
"Abbiamo avuto un centinaio di anni di psicoterapia, e il mondo sta peggiorando."
James Hillman

Articolo in lingua inglese pubblicato sul sito di Jon Rappoport

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