1 set 2014




Come funziona Prism, il programma che spia Web e telefoni

Ecco le prime informazioni su cosa è (e soprattutto cosa non è) il software del governo Usa. Ma per sapere tutti i dettagli bisognerà aspettare ancora
- Chi è Snowden, la fonte della soffiata


di Sandro Iannaccone





Miliardi e miliardi di informazioni e dati scambiati online spiati dal governo statunitense. Che potrebbe disporne come e quando vuole con un paio di click. È l'inquietante scenario del Datagate, il primo vero scandalo dell'era Obama, svelato pochi giorni fa da uno scoop del Guardian e del Washington Post. Il nome ormai sulla bocca di tutti è Prism, un programma tentacolare e top-secret gestito dalla National Security Agency (Nsa) degli Stati Uniti in grado, secondo l'ex assistente tecnico della Cia Edward Snowden, di “monitorare in diretta la comunicazione e le informazioni memorizzate”.



In questi giorni, come racconta il Guardian, se ne sono dette tante su cosa sia e come funzioni Prism. C'è chi sostiene che non si tratti di uno strumento per la raccolta di informazioni, ma che sia usato solo per l' analisi dei dati. Altri hanno ipotizzato – alla luce delle dichiarazioni di molte aziende, che hanno fermamente negato di aver consentito l'accesso diretto ai propri server – che Prism intercetti direttamente i dati che passano nei cavi.

Come stanno esattamente le cose? Prism potrebbe davvero portarci nel mondo orwelliano di 1984?Secondo Memeburn, sì e no. E, in ogni caso, è ancora troppo presto per dirlo. Quello che si sa, per adesso, è che in effetti il governo statunitense, attraverso Prism, può richiedere alle aziende informatiche, tra cui Google, Facebook, Microsoft, Twitter, Yahoo!, Aol e Apple, l'accesso alle mail, ai video, alle foto, alle chat vocali, alle notifiche di accesso e ad altre informazioni sotto l'approvazione di un mandato Fisa (il controverso Foreign Intelligence Surveillance Act rinnovato a dicembre 2012).

Tuttavia, ricorda il New York Times, questo accesso alle informazoni non è così diretto come si potrebbe pensare: “Le aziende non danno un accesso dal retro ai propri server. Al contrario, il governo chiede alle aziende di costruire una sorta di casella postale protetta e di consegnargli le chiavi. Il meccanismo, secondo il quotidiano, sarebbe il seguente: gli avvocati dell'azienda esaminano la richiesta Fisa e, se la valutano legittima, depositano i dati richiesti dal governo nella casella postale protetta. Non viene inviato nulla in modo automatico né in massa, e il governo non ha pieno accesso ai server aziendali. Al contrario, continua il Times, “si tratta di un modo sicuro ed efficiente per consegnare i dati”.

Dal canto suo, il Guardian ha pubblicato una diapositiva tratta da una presentazione PowerPoint segreta e interna all'Nsa. Nella slide si parla di cinque programmi: quattro servirebbero a intercettare i dati “nei cavi in fibra e nelle infrastrutture in cui scorrono”, e l'ultimo, il Prism, che prevede la “ raccolta diretta” dai server di aziende statunitensi. I destinatari della presentazione, comunque, sono invitati a “usare entrambi” i servizi. Il quadro, per adesso, è insomma ancora controverso.

La maggior parte delle aziende informatiche, tra cui Google e Microsoft, ha rispettato gli accordi con il governo. Ma non Twitter, che si è rifiutata di mettere a punto il sistema. “Non vuol dire”, precisa Memeburn, “che il social network, se costretto, non consegni i dati dei propri utenti al governo. Semplicemente, cerca di complicargli un po' la vita”. Forse sarebbe il caso che anche gli altri seguissero il suo esempio.  clicca qui: vai su wikipedia

(Credit: Getty Images)

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