31 ago 2014



Perché noi siamo gandhiani ma non coglioni.


Italia a 5 Stelle, Una tre giorni insieme di incontri tra i duemila eletti del M5S in tutta Italia e in Europa e cittadini e simpatizzanti, da venerdì 10 a domenica 12 ottobre. Un evento ambizioso, ma che non sarà nè il primo nè l'ultimo nella nostra storia. D'altronde siamo abituati a gettare il cuore oltre l'ostacolo e quindi abbiamo iniziato per tempo, il 1 luglio, la trafila dei permessi al Circo Massimo a Roma seguendo ogni passo burocratico nel massimo rispetto delle procedure e delle regole.
Peccato che tra il dire ed il fare ci siano di mezzo il Comune di Roma ed il Ministero per i Beni e Attività Culturali, nelle persone del "Direttore della «promozione, pianificazione strategica e coordinamento attuativo di progetti speciali, per lo sviluppo e la valorizzazione della città di Roma e delle sue risorse»", il camaleontico Maurizio Pucci, ex ad di Musica per Roma, ex sovrintendente alle grandi opere come l'apertura dell'Auditorium di Renzo Piano, ex direttore dei cantieri del Giubileo che ora torna con un ingaggio da 115 mila euro. Un uomo che costa ai cittadini romani (e italiani che ogni volta sono costretti a mettere mano al portafogli per ripianare i buchi di Roma Capitale) bei soldini e la cui nomina è già stata inserita in due fascicoli di inchiesta, uno della Corte dei Conti ed uno della Procura della Repubblica. E nella persona dell'Architetto Federica Galloni, Responsabile della Direzione Regionale dei Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio, la donna la cui firma tutto può. Tristemente molto nota ai cittadini romani ed ai comitati che si occupano di tutela del territorio e dell'Agro Romano.

Lettera aperta di un poliziotto a Renzie

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"Caro Renzi,
forse hai già sentito la mia voce quando hai composto il numero di emergenza perchè pensavi di essere in pericolo: era notte ed io ti ho rassicurato, mandando a casa tua altri come me a controllare che fosse tutto a posto; forse hai già incrociato il mio sguardo, in un torrido pomeriggio d’agosto, mentre andavi in vacanza ed io ero lì, sul ciglio della strada, con al fianco un mitra ed un altro collega, pronto ad intervenire in caso di bisogno; forse hai sentito parlare di me, al telegiornale o alla radio, quando ho sequestrato tanta droga che avrebbe reso triste la vita di tanti giovani ragazzi;

DA VEDERE ...!!!

30 ago 2014

L’incubo di Gaza

Noam Chomsky

 


Lo scopo di tutti gli orrori a cui stiamo assistendo durante l’ultima offensiva israeliana contro Gaza è semplice: tornare alla normalità.
Per la Cisgiordania, la normalità è che Israele continui a costruire insediamenti e infrastrutture illegali per inglobare nel suo territorio tutto quello che ha un minimo di valore, lasciando ai palestinesi i luoghi meno vivibili e sottoponendoli a repressioni e violenze. Per Gaza, la normalità è tornare a una vita insopportabile sotto un assedio crudele e devastante che non consente nulla di più della mera sopravvivenza.
La scintilla che ha provocato l’ultimo attacco israeliano è stato il brutale assassinio di tre ragazzi di un insediamento della Cisgiordania occupata. Un mese prima, a Ramallah erano stati uccisi due ragazzi palestinesi, ma la loro morte aveva fatto poco scalpore. Cosa comprensibile, visto che è la norma. “Il disinteresse istituzionalizzato di tutto l’occidente non solo ci aiuta a capire perché i palestinesi ricorrono alla violenza”, dice l’esperto di questioni mediorientali Mouin Rabbani, “ma spiega anche l’ultimo attacco di Israele contro la Striscia di Gaza”.

Il gelataio #Renzicongelato

l'articolo dell' Economist:

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"Solo pochi mesi fa, i leader della zona euro hanno creduto che, avendo calmato la tempesta, si fossero salvati giusto in tempo. Incoraggiati dalla promessa di Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea, di fare "tutto il possibile" per sostenere la moneta, la fiducia era penetrata di nuovo nel continente. La crescita sembrava tornata, anche se a un ritmo lento. I Paesi periferici più in difficoltà beneficiarono di una ripresa, dopo salvataggi e misure dolorose per ridurre i deficit di bilancio e migliorare la competitività. La disoccupazione, soprattutto tra i giovani, era ancora disperatamente alta, ma almeno nella maggior parte dei Paesi si stava calando. Lo spread si era ridotto drasticamente e i mercati finanziari avevano smesso di scommettere che l'euro sarebbe caduto a pezzi.
Era un'illusione. Nelle ultime settimane i Paesi della zona euro hanno cominciato a imbarcare acqua ancora una volta. Il loro PIL ristagna nel secondo trimestre: l'Italia è caduta in recessione vera e propria, il PIL francese è immobile e anche la potente Germania ha visto un inatteso calo della produzione. Il terzo trimestre sembra piuttosto malsano, in parte perché la zona euro subirà un peso inaspettato a causa delle sanzioni occidentali sulla Russia. Nel frattempo, l'inflazione è scesa a un livello pericolosamente basso, circa il 0,4%, ben al di sotto dell'obiettivo di quasi il 2% della Banca centrale europea, sollevando il timore che la zona nel suo insieme potrebbe cadere preda di una deflazione radicata. I rendimenti dei titoli tedeschi sono in bilico al di sotto dell'1%, un altro presagio di caduta dei prezzi. La zona euro vacilla in netto contrasto con l'America e la Gran Bretagna, le cui economie stanno godendo una crescita sostenuta.

PALERMO - Salvatore Riina in carcere fa una battuta dietro l'altra sui "festini in Sardegna e in Puglia" di Silvio Berlusconi. "Mubarak Mubarak", ride durante la consueta passeggiata pomeridiana, riferendosi alla versione data dall'ex premier su Ruby, nipote del presidente dell'Egitto. "Che disgraziato, è un figlio di puttana che non ce n'è". E giù con altre risatine. Ma il tono della voce si fa serio quando inizia il racconto degli anni Ottanta e Novanta su Berlusconi: "A noialtri ci dava 250 milioni ogni sei mesi", spiega il capo di Cosa nostra al compagno di ora d'aria, il pugliese Alberto Lorusso. E anche questa frase è finita nelle intercettazioni disposte dai pm di Palermo nel processo "trattativa".










Putin: "Siamo potenza nucleare, con noi non si scherza". Ft: forza reazione Nato con 10mila uomini Secondo il quotidiano inglese, l'annuncio verrà dato dal premier britannico David Cameron durante il vertice Nato in programma il 4 e il 5 settembre in Galles. 2.600 le vittime nell'Est Ucraina 


E' braccio di ferro tra il presidente russo Vladimir Putin e la Nato. Putin reagisce a muso duro ai moniti dell'Occidente, paragonando i comportamenti delle truppe di Kiev nell'est dell'Ucraina a quelli dei nazisti.

Forza di reazione Nato
Intanto sette Paesi membri della Nato starebbero pensando di creare un contingente di almeno 10mila soldati come parte del piano di difesa in risposta all'intervento russo in Ucraina. Lo riporta il Financial Times. Il contingente, con a capo la Gran Bretagna, con l'aiuto di Danimarca, Lettonia, Lituania, Estonia, Norvegia e Olanda. Al gruppo potrebbe unirsi anche il Canada. Includerebbe unità navali e aeree, anche truppe di terra, spiega il quotidiano inglese. Il primo ministro David Cameron dovrebbe annunciare la creazione della nuova forza la prossima settimana, in coincidenza con il summit Nato del  4-5 settembre in Galles.

Putin: "Siamo potenza nucleare, con noi non si scherza"

Quei bravi ragazzi del 12 Aprile….

tute-blù
Chiariamo una cosa…
Nella vita si può scegliere che cosa essere…
Se si diventa poliziotto si accetta di difendere le istituzioni repubblicane, i politici e lo stato borghese. In questo non c’è nulla di onorevole, si tratta soltanto di uno scambio di prestazione in cambio di salario, un patto per corrispettivo, un banale rapporto di lavoro, un contratto come tutti gli altri. Nel momento in cui pezzenti, senza casa, migranti, giovani precari, disoccupati, studenti decidono di scendere in piazza per esprimere la loro rabbia rispetto ad un barbaro sistema capitalista che li vuole sempre di più in miseria, nell’assedio ai responsabili delle politiche affamatrici imposte dalla troika e nell’esplosione della sacrosanta collera sociale, diventa inevitabile lo scontro con la polizia.
Le forze armate dello stato, infatti, esercitano per conto di chi governa il monopolio della violenza legale nei fatti sempre rivolto a reprimere il dissenso dei poveri che cercano di ribellarsi contro i ricchi detentori del potere. Se poi un ministro segretario di un partito di mafiosi, corrotti e poltronari, inveisce sui “bravi ragazzi” dei 12 aprile che lottano contro l’austeriy, mentre candida al sud condannati per mafia e ruberie milionarie come Cesa e Scopelliti, si ha la prova provata di quanto sia auspicabile che i poliziotti prendano più mazzate possibili. Perchè è proprio grazie alle forze dell’ordine borghese che i vari Renzi, Alfano, Scopelliti, Schifani, Salvini, Lupi, ect…ect..godono dei privilegi e dell’autorità necessaria per decidere sulla vita di milioni di persone. Sono le polizie che servono lo stato preservandone il sistema d’oppressione e sfruttamento.

Le armi chimiche siriane e la loro distruzione


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Assume proporzioni internazionali la questione della distruzione dell’arsenale chimico siriano in acque internazionali (che non sono cioè sotto il controllo di nessuno stato del Mediterraneo) nella zona compresa tra Italia, Malta, Grecia (sudovest di Creta) e Libia. La procedura avrà delle conseguenze imprevedibili in un mare chiuso con un sistema ambientale tanto raro quanto particolare, che è soprattutto il polmone fondamentale per la flora, la fauna e ogni tipo di attività umana in tutti quei paesi che si affacciano sul Mediterraneo compresa la Grecia, con tutti i suoi arcipelaghi.
La questione, al di là delle problematiche scientifiche, è puramente politica. Tutti dovranno rendersi conto che la domanda “visto che i rifiuti pesanti saranno processati in Germani o Inghilterra, tutto questo clamore per gli altri rifiuti non sarà esagerato?” è ingannevole. Quei rifiuti che alcuni furbamente definiscono “leggeri” sono altrettanto tossici: la distruzione di 750 tonnellate di armi chimiche produrrà nel migliore dei casi residui per 1,5 milioni di galloni di rifiuti tossici e, al contrario dei rifiuti “pesanti”, non si ha alcuna idea di dove saranno scaricati – in mare, a terra o nelle fornaci industriali?

Il più grande colpevole di quello che sta succedendo a Gaza è semplicemente il capitalismo

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In Palestina non c’è solo Hamas, ci sono partiti diversi come in Israele e come in qualsiasi altra parte del mondo. In Palestina ci sono anche forze laiche e anticapitaliste, sicuramente quelle a cui noi ci sentiamo più vicini. Abbiamo chiesto ad Ares, un compagno palestinese, un contributo per la pagina che pubblichiamo con grande piacere.
«Il più grande colpevole di quello che sta succedendo a Gaza è semplicemente il capitalismo. E tutti i suoi figli, sionismo, colonialismo, nazionalismo, li trovi sempre lì a distribuire disuguaglianza, morte, distruzione e profitti per pochi.
Perché non sono gli ebrei che bombardano Gaza, ma idioti che si nascondono dietro un’idea di nazionalismo religioso, che si chiama sionismo ed è nato 100 anni fa da uomini d’affari che cercavano una terra dove fare uno Stato. Ma gli ebrei già vivevano in Palestina, convivevano con cristiani e musulmani. Gli ebrei, musulmani e cristiani hanno sempre convissuto in tutto in tutto il mondo arabo, dal Marocco allo Yemen.
La riforma della giustizia di Berlusconi - lettera del M5S al ministro Orlando
"Gentile Ministro Orlando,
con questa lettera le spieghiamo, punto per punto, perchè non parteciperemo all'incontro di oggi. In primo luogo, siamo in presenza di un tipico caso, da parte sua, di scortesia istituzionale.
Aspettavamo da ben 7 giorni (dal 13 agosto) una risposta ad una nostra email, reiterata il 18 agosto, in cui le chiedevamo, prima dell'incontro, di conoscere più dettagliatamente i contenuti dello stesso, giacché non siamo disponibili ad una chiacchierata ferragostana sul più ed il meno. Abbiamo già avuto occasione di confrontarci su quelle che per noi sono le vere priorità in tema di giustizia per il nostro paese.
Le abbiamo portato a giugno le nostre proposte in materia di anticorruzione. Ci siamo incontrati a inizio agosto per discutere di processo civile, penale e norme contro la criminalità economica.
Da allora il silenzio, a parte le interviste sui giornali giusto per dare l'impressione che qualcosa si stava muovendo.
Siamo contrari agli incontri "di facciata" al chiuso delle stanze, riteniamo che in Italia la Giustizia necessiti di un impegno serio e trasparente. Per questo le indichiamo, qui di seguito, le vere priorià in materia di Giustizia del Parlamento e del suo dicastero.

28 ago 2014

Gaza, superstiti dell'Olocausto contro Israele: 'In corso genocidio dei palestinesi' - Il Fatto Quotidiano

 
Hajo Meyer dall’Olanda, “sopravvissuto di Auschwitz“. Henri Wajnblum dal Belgio, “sopravvissuto e figlio di una vittima di Auschwitz”. Renate Bridenthal dagli Stati Uniti, “da bambina sfuggita a Hitler, nipote di una vittima di Auschwitz”. Marianka Ehrlich Ross dagli Stati Uniti, sopravvissuta alla pulizia etnica operata dai nazisti a Vienna. Sono le prime 4 firme delle 327 apposte in calce ad una lettera promossa dall’International Jewish Anti-Zionist Network in cui sopravvissuti e discendenti di vittime dell’Olocausto condannano “il massacro dei palestinesi a Gaza” operato da Israele e criticano gli Usa per il sostegno economico fornito allo Stato ebraico nelle sue operazioni militari nella Striscia, nonché l’Occidente in generale per la protezione dalle condanne che forniscono al governo israeliano. “Il genocidio comincia sempre con il silenzio“, si legge nel testo.

25 ago 2014



Nessun ordinamento costituzionale nel mondo democratico contiene un combinato disposto così micidiale.

 

"Giornali e Tv parlano, con una certa enfasi, di “approvazione della riforma del Senato e del Titolo V”, in realtà si tratta solo del primissimo passo: l’approvazione in Commissione, dopo di che il ddl deve andare in aula (dove le cose non sono scontatissime), per passare alla Camera, quindi, dopo tre mesi, deve tornare al Senato, per poi tornare alla Camera nuovamente. Sempre che fra un passaggio e l’altro non ci scappi qualche emendamento che fa ricominciare il giro. E non è affatto escluso che non si debba tenere un referendum confermativo, visto che appare poco probabile una maggioranza dei due terzi in entrami i rami del parlamento alla votazione finale. Insomma la strada è ancora lunga. Però è fatto il primo passo, quello più importante, che definisce l’accordo Pd-Fi-Lega con il codino del Ncd (che non si capisce perché voti una cosa del genere da cui ha tutto da perdere e nulla da guadagnare). Lasciando da parte la questione del Titolo V, su cui torneremo con una riflessione specifica, la riforma prevede questi punti.